Volo su Titano di S. Weinbaum – Recensione

Diciamocelo pure: a leggere fantascienza siamo quattro gatti. E anche piuttosto litigiosi.
Come ogni “religione di nicchia” che si rispetti, infatti, la fede fantascientifica si divide in mille scismi: SF impegnata contro Space Opera sparatutto, Cyberpunk contro NewWave contro quellochevipare, Neoqualcosa contro Urbanquello, questa non è vera fantascienza, quella è troppo soft, quell’altra ha una macchia di fantastico di troppo.

Ci sono però dei testi che rischiano di metterci d’accordo tutti (e di aprirci una spaventosa voragine di tempo libero: con chi litigo, adesso?). “Volo su Titano” è uno di questi.

Astronavi, ovvero Zeppelin laccati. It’s 1930, baby!

“Volo su Titano” raccoglie undici racconti di Stanley Weinbaum, autore degli anni ’30 che in una manciata di pagine è riuscito a fare la differenza tra il prima e il dopo di lui. Purtroppo, è morto a trentatre anni (io ne ho trentadue, e scatta il countdown): per accapigliarci dovremmo accontentarci di quella manciata di pagine. Per fortuna, sono pagine scritte talmente bene che il piacere di leggerle scaraventa tutto il resto nel dimenticatoio.

Stanley Weinbaum

La fantascienza di Weinbaum è come la sua scrittura: fresca, coinvolgente, semplice, con una profondità sconosciuta ai colleghi prima di lui, ma comunque molto più leggera se paragonata alle lacerazioni interiori di chi scriverà dopo.

Per capire meglio questo autore particolare e il contesto nel quale ha scritto, vi rimando all’introduzione al volume, a cura di Gian Filippo Pizzo: Il breve volo di Stanley Weinbaum, un “volo” storico e letterario molto interessante.

Parlandone dal “lato lettore”, Weinbaum crea scenari plausibili (a parte qualche perdonabile boiata), e insieme esotici e/o alieni quel tanto che basta per stuzzicare la curiosità e l’attenzione. I racconti inziano col botto, spesso in medias res, procedono a ritmo serrato e si caratterizzano per inventiva, colore, umanità, grazie alla felice combinazione tra forma e contenuto.

“Divertimento” è la parola giusta per descrivere quello che si prova una pagina dopo l’altra: saltando da Titano alle segrete di un matematico pazzo, passando per isole maledette, mondi elfici alternativi, automi muti, psicomat e psiconi, laboratori segreti alla Casa Bianca la cui chiave è nascosta… nel vaso di fiori!
Al di là dell’invenzione pirotecnica molto “ingenui anni ’30”, i racconti sono pervasi da un’intelligenza e una verve simile a quella di un buon conversatore, in grado di parlarti per mezz’ora senza che tu percepisca più dei cinque minuti iniziali.

A questo contribuisce anche la nuova traduzione, buona prova di Roberto Chiavini, e l’elegante veste grafica data da Fratini Editore (unica pecca: refusi), che con la sua collana Mellonta Tauta si propone un “recupero dei generi”: ovvero di testi appartenenti a quella che nel secolo scorso era chiamata con disprezzo “paraletteratura”, e che solo negli anni Novanta, e grazie agli studi di Spinazzola, Ferretti, Cadioli e altri, sono stati finalmente analizzati con occhio critico e non pregiudiziale. [A questo proposito, leggi: Mellonta Tauta e la riscoperta dei generi sul blog di Studio83 – oppure anche L’immaginazione divertente di V. Spinazzola – Recensione]

I recuperi di cui parlo, questo accademico e quello attuale di Fratini, non sono riproposizioni veltroniane di puro pattume: decido che fa figo così posso rivestire qualsiasi porcheria e spararmela anche di giorno e senza vergognarmene. (Ve l’ho già detto che siamo litigiosi?)

“Volo su Titano”, ovvero: “Un uomo, una fanciulla e Saturno tentatore”. Capezzoli, tentacoli, titolo a caxxo, Veltroni impazzirebbe.

Al contrario: la riscoperta riguarda ciò che c’è da salvare. La qualità di testi che hanno molto da dirci e da darci,  spesso bloccati proprio perché affogati nella fanga delle produzioni prive di cervello e dignità. In questo senso i racconti di Weinbaum contenuti in “Volo su Titano”, finora inediti in Italia, sono ben scritti e ben pensati, pittoreschi, godibili, leggeri, alle volte cazzaroni ma con intelligenza: sicuramente un esempio e una lettura valida.

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