Oggi parliamo di un libro pubblicato da quella che è entrata di prepotenza nella lista delle nostre case editrici preferite (Zona42, di cui abbiamo già recensito Desolation Road e Dimenticami Trovami Sognami). Zona42 continua a fare un ottimo lavoro con un catalogo intelligente e coraggioso, a cui si aggiunge il secondo titolo di un autore italiano: “Real Mars” di Alessandro Vietti, uscito quest’anno in e-book e cartaceo.
In un futuro non troppo lontano, la prima missione umana su Marte rischia di non avere fondi a sufficienza per partire. La soluzione? Trasformarla in un reality show con canali dedicati e far vivere agli utenti le storie, i dolori, le vicissitudini dei quattro astronauti in viaggio. Con tutta la morbosa spettacolarizzazione che ne consegue, a partire dalla domanda che una sinistra veggente pone al pubblico durante la prima puntata: chi è il misterioso quinto membro dell’equipaggio?
Sulla base di questo plot, Alessandro Vietti costruisce un thriller ben congegnato e ricco di suspense, che omaggia la space opera e la inserisce in un contesto di critica sociale sui mass-media. (Non a caso, tra l’altro, il “Grande Fratello” stesso fu una citazione fantascientifica da Orwell.) Marte e la sua conquista vengono esplorati attraverso i linguaggio dei format televisivi, della pubblicità e attraverso il gap tra la realtà effettiva e quella percepita e distorta del reality. Il “quinto membro”, al di là degli sviluppi della vicenda, è il pubblico, l’occhio onnipresente che scruta nelle vite dei protagonisti; ma anche il lettore stesso, che l’autore introduce nelle vite degli astronauti e del pubblico televisivo, a sua volta personaggio dell’opera con tutte le sue sfaccettature.
Quello che ho apprezzato di più è il clima di crescente tensione che si respira nel romanzo, che l’autore è molto bravo a dosare e gestire, un’atmosfera sinistra di mistero e inquietudine che si sposa bene con la space opera e arricchisce la fantascienza sociale.
In sostanza un ottimo romanzo nella struttura e nello stile diretto, asciutto, ma anche evocativo all’occorrenza. Ben fatto, il Dodo approva!